NOTIZIE STORICHE:
L'antico nome "Ripalta" (Ripa alta) non necessita di chiarimento
L'abitato ebbe tale nome per essere posto su di un colle all'altezza di m. 459, a breve distanza dal Trigno.
Nell'epoca Angioina (1266-1442) era detta "Trespaldum". Rimase disabitata nella prima metà del secolo XV, rifiorì nella seconda metà dello stesso secolo, per l'interessamento degli Evoli, suoi signori feudali, che vi chiamarono gli slavi a coltivare le terre.
Il Galanti scriveva nel 1780 che gli abitanti di Ripalta sul Trigno "hanno dimenticato il loro linguaggio, e parlano male l'italiano"; il disuso dell'idioma slavo è confermato dal Giustiniani nel suo "Dizionario" edito nel 1797.
Con R. D. 7 ottobre 1903, il Comune è stato autorizzato a mutare il proprio nome antico di "Ripalta sul Trigno" in quello attuale di Mafalda, in omaggio alla principessa omonima (secondogenita di Vittorio Emanuele III) nata a Roma il 19 novembre 1902.
Mafalda fu feudo della famiglia d'Alitto, di origine normanna, che cominciò ad emergere nell'età Angioina.
Mancando un qualsiasi documento di appoggio relativamente all'epoca in cui questa famiglia fu titolare del luogo, dobbiamo ricorrere alla congettura che essa ne fosse signora dalla seconda metà del secolo XIII alla prima metà del secolo successivo, e cioè ai tempi di Carlo II e di Roberto D'Angiò.
Nel 1457 Alfonso I d'Aragona concesse Mafalda in feudo ad Andrea D'Evoli.
All'inizio del secolo XVII Mafalda venne acquistata da Alfonso Piscicelli, si susseguirono i Caracciolo e i Coppola, duchi di Canzano (1670-1700), che ne furono i signori fino all'eliminazione della feudalità.
NOTIZIE ECLESIASTICHE
Mafalda appartiene, forse dalle proprie origini, alla diocesi di Termoli. Comprende una sola parrocchia intitolata a S. Andrea apostolo. Il parroco pro tempore è don Nicolino Calvitti.
NOTIZIE AMMINISTRATIVE
Mafalda è terra da sempre appartenuta al Molise. Nel 1799 fu inserita nel dipartimento del Sangro. Nel 1807 venne assegnata al Distretto d'Isernia ed al Governo di Montefalcone, e nel 1811 passò a far parte del distretto di Larino, restando nella circoscrizione del Circondario ed ora Mandamento di Montefalcone.
Per R.D. 25 settembre 1862 il Comune di Mafalda venne staccato dal Mandamento di Montefalcone ed aggregato al Mandamento di Palata.
STEMMA
Lo stemma di Mafalda, è stato estratto dall'archivio di Stato di Napoli, ed è conforme all'antico sigillo di detto Municipio esistente nel fondo Voci di "Vettovaglie", Provincia del Molise, anno 1796, fascio 31, fascicolo 169, foglio 74. Ha la blasonatura: D'Oro, alla blanda staccata di argento e di nero accompagnata dalle lettere "R" "V", la prima in capo la seconda in punta, in caratteri lapidari romani maiuscoli di azzurro, ornamenti esteriori da Comune.
Gonfalone: Drappo troncato di bianco e di azzurro caricato dell'arma sopra descritta riccamente ornato di fregi d'argento.
MAFALDA OGGI
Comune in provincia di Campobasso. Si trova a m. 459 sul livello del mare e dista 70 Km. dal capoluogo di provincia e 25 dal mare. La popolazione, al censimento 2001 era di 1340 abitanti. La compagnia dei Carabinieri è a Termoli; la Stazione ferroviaria è a Termoli; Il distretto militare è a Caserta.
Centro agricolo del Basso Molise marittimo, situato su di un colle sul fianco destro della valle del Trigno, tra oliveti e vigneti.
La risorsa principale è data dall'agricoltura. Le coltivazioni sono dedicate all'olivo, da dove si ottiene un ottimo olio dovuto alla posizione del terreno ed alle modalità di raccolta, alla vite, al frumento, al girasole, ecc. Il patrimonio più importante dal punto di vista della flora è costituito dai 300 ettari di bosco che rappresentano un ampio parco verde.
Il paese mostra la sua origine medievale. Si distinguono nel susseguirsi di edilizia comune la chiesa di S. Andrea Apostolo e il Palazzo Juliani.
ARTIGIANATO-GASTRONOMIA
Resiste l'arte dei merletti, del ricamo e del lavoro a maglia; i prodotti tipici olio, salumi (salsiccia, ventricina, capocollo, sopressata), dolci.
CONDIZIONI SOCIALI ED ECONOMICHE
La principale risorsa in Mafalda è stata sempre l'agricoltura. Negli anni 1950/60 il fenomeno della disoccupazione e l'arretratezza dei mezzi di produzione, l'aridità dei terreni in molti e a diverse riprese hanno favorito l'emigrazione nelle Americhe (Argentina, Canada, Venezuela), nei Paesi dell'Europa (Belgio, Francia, Svizzera, Germania) e nell'Italia del Nord (Piemonte e Lombardia). Molti dei nostri compaesani sono emigrati in Argentina, a Mar del Plata dove si è costituita una Comunità Mafaldese, che continua a mantenere contatti con il paese.
Negli ultimi anni con lo sviluppo dell'industrializzazione, e le moderne innovazioni tecnologiche introdotte nell'agricoltura il paese non risente più del movimento migratorio. In molti restano a vivere al paese, la maggior parte lavora nelle poche industrie che si trovano nella zona Industriale Pianette e nella Piana del Mulino e resta anche chi lavora nelle zone limitrofe (San Salvo, Termoli) Il centro è ben collegato con strade e servizi.
Durante i mesi estivi il paese viene affollato da famiglie romane, napoletane (che sul posto hanno la loro casa) e cittadini residenti all'estero che tornano per le ferie. in questo periodo e soprattutto nel mese di agosto si svolgono varie serate danzanti e ricreative, arricchite da manifestazioni popolari e sportive, svolte nel parco colle Renazzo, un'ammirevole oasi verde. |