. - LETTERA COLLETTIVA PER SCONGIURARE LA CHIUSURA DELLA DISCOTECA DI STATO ICBSA
Al Sig. Ministro, e ai sigg. Sottosegretario, Direttore generale e dirigenti e funzionari del Mibac
Vi preghiamo di credere che la Discoteca di Stato (poi Istituto Centrale per i beni sonori e audiovisivi, ICBSA) è stata e resta un luogo di memoria e di esperienza per gli studiosi italiani di tradizioni popolari. E’ stata e resta un archivio e deposito di beni immateriali cui tanti studiosi hanno contribuito .
Per chi si è formato col Maestro della generazione del secondo dopoguerra Alberto Mario Cirese, quello spazio di Via Caetani è uno di quei presidi della cultura popolare che dovrebbero essere protetti e valorizzati e non cancellati. Così familiare che durante le lezioni Cirese diceva scherzosamente : “La Discoteca di Stato non è il luogo dove vanno a ballare i Ministri”.
Lì ci sono le uniche ‘fonti orali’ che il nostro Stato abbia prodotto, lì c’è la voce di quelle ‘umane dimenticate istorie’ che l’antropologo Ernesto De Martino insegnò a raccogliere alla nostra generazione. In particolare sono raccolte le registrazioni del grande corpus nazionale di tradizioni orali non cantate dedicato soprattutto alle fiabe popolari e alle leggende locali e ai racconti storici delle Regioni italiane al quale lavorarono moltissimi ricercatori su tutto il territorio nazionale sotto la direzione di Alberto Mario Cirese, e con la collaborazione di Liliana Serafini e di Aurora Milillo. Aurora Milillo per anni è stata di casa alla Discoteca di Stato e ci ha insegnato ad ascoltare le fiabe raccolte, a trascriverle. Molti di noi hanno fatto ricerche nei paesi dove le fiabe erano state raccolte, molti giovani hanno trascritto le voci dei loro paesi di provenienza. Alberto Mario Cirese aveva fatto uno straordinario catalogo di quel corpus edito dall’Istituto Poligrafico dello Stato, Tradizioni orali non cantate , con un indice di luoghi e di narrazioni raccolte assolutamente formidabile. Da tempo aspettavamo che quella raccolta, rimasta unica nella storia della Discoteca, fosse edita e valorizzata. Ma anche l’ICBSA aveva pochissime risorse e finora sono state edite solo pochissime raccolte per iniziativa di giovani laureati. Alla Discoteca di Stato sono stati di casa gli etnomusicologi, hanno dato contributi importanti sull’ambito sonoro, fatto ricerche di qualità, incentivato edizioni delle registrazioni musicali.
Alberto Mario Cirese, già malato, aveva lasciato una testimonianza del suo progetto di creazione di una mappa dei documenti fiabistici, e per l’edizione dei testi raccolti.
Ora che Cirese è morto, Aurora Milillo ancora prima di lui, per noi la Discoteca di Stato è anche un luogo di care memorie. Chi ci ha lavorato lo ha fatto perché lo Stato non ignorasse le voci della cultura popolare, anzi perché esso fosse protagonista nel tempo della memoria delle tradizioni narrative, delle fonti orali.
Ora questo gesto di chiusura dell’Istituto, mentre noi ci aspettavamo un potenziamento e una nuova collaborazione per la valorizzazione, ci lascia sgomenti .
In nome di tutti coloro che hanno lasciato in quella struttura il loro lavoro, la speranza che le voci della cultura popolare avessero peso nella tutela pubblica, vi chiediamo di ripensare alla scelta fatta e di riattivare un circuito di ricerca , una nuova fase di ascolto delle voci della gente, come si fece in Italia nel dopoguerra e negli Stati Uniti durante la Grande Crisi, ascoltare la nuova Italia della cultura popolare sarebbe la giusta missione dell’ ICBSA, non la sua chiusura ma il suo rilancio.
Nell’ambito della Convenzione Unesco per il Patrimonio Culturale Immateriale le collezioni dell’ICBSA sono fondamentali. Esse dovrebbero trovare degna valorizzazione in un Istituto specifico che riconosca anche la specificità del patrimonio immateriale demoetnoantropologico e musicale e le competenze degli esperti e studiosi del settore
Vi chiediamo di ascoltare la nostra voce, e di ascoltare le voci dei narratori popolari dell’Archivio dell’ICBSA, e di non considerare un presidio di memoria collettiva, un luogo di rilancio possibile della nostra cultura popolare come una ‘spesa morta’.
Vi chiediamo di ripensarci
Grazie dell’attenzione

A firma collettiva:
Gli studiosi ed esperti degli studi demoetnoantropologici che si riconoscono nella lezione di Alberto Mario Cirese

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