Presentazione volume: "Il tempo sospeso. Donne nella Storia del Molise" di Rita Frattolillo e Barbara Bertolini. Libreria editrice Filopoli, 2007
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Ente Organizzatore
Data26/10/2007
LuogoUniversità del Molise di Campobasso. Aula Centro Servizi Culturali – edificio rotondo di fronte alla Facoltà di Giurisprudenza) Viale Manzoni. Ore 16,30
Informazioni
relator:
SIMONETTA TASSINARI e FRANCESCO D’EPISCOPO

Interverranno: GIOVANNI CANNATA Rettore dell’Università degli Studi del Molise
VIRGINIA LANZOTTI Presidente C.P.O. dell’Università degli Studi del Molise
GIUDITTA LEMBO Consigliera di Parità della Regione Molise
Coordinerà i lavori: ANTONIO LUPO Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise


Otto secoli di Storia del Molise, dall’antico Contado fino alla XX regione, sono stati passati al vaglio da Barbara Bertolini e Rita Frattolillo, che, attraverso la consultazione e poi l’approfondimento di libri, documenti, stipule, brochure e “carte” di ogni genere, hanno ricostruito e fatto emergere dalla coltre del tempo il contributo - importante - dato dalle donne alla crescita culturale, sociale e politica di questa Terra.
Da Giuditta di Molise, consorte temperamentosa di Tommaso di Celano, coinvolta nella lotta contro Federico II, fino alla pittrice e scenografa di fama internazionale Titina Maselli (scomparsa nel 2005), passando per una ricca e preziosa galleria di figure femminili, le cui vicende rispecchiano i periodi e gli avvenimenti più significativi della grande Storia - anzitutto il lungo periodo feudale, e poi i fervori della rivoluzione partenopea, l’ardore risorgimentale, il fenomeno del brigantaggio, i due conflitti mondiali, le conquiste democratiche - le due Autrici hanno ricomposto un quadro articolato in cui si intrecciano le voci di donne che sono state protagoniste della loro vita e del loro tempo.
Alcune, guidate dalla loro indole e dai loro obbiettivi, spesso hanno sfidato le convenzioni e i pregiudizi, cercando di non tradire se stesse, ed hanno rifiutato di essere spettatrici passive della loro epoca (Ippolita d’Aragona, Olimpia Frangipani, Rosa Fazio, Elena Ciamarra).
Coloro che hanno seguito la propria tendenza artistica o letteraria, hanno contribuito, grazie alla propria produzione, ad affinare la sensibilità dei loro conterranei (Nina Guerrizio, Titina Maselli, Gilda Pansiotti, Lina Pietravalle, Liliana Pistilli).
Quelle che hanno fiutato le esigenze dei tempi nuovi, hanno saltato l’ostacolo promuovendo, a costo di sacrifici, attività e iniziative tese a migliorare le complessive condizioni di vita della collettività (Aline Aubin, Maria Amorosa, Madre Ninetta Ionata, Dora Melogli, Custode Carlomagno, Angela Freda), oppure si sono messe in gioco per dare vita a mestieri del tutto nuovi, per il genere femminile, come quello di dirigere un giornale (Maria d’Aragona e Maria Matticoli).

Altre, in nome della libertà e spinte dall’amor patrio, hanno acceso gli animi dei loro figli, gettandoli nella mischia, e piangendo, in qualche caso sventurato, la loro tragica fine (Maria Concetta Quici, madre dei fratelli Brigida, Olimpia Jadopi, Teresa Lembo ed Enrichetta Formichelli).

L’ardimento di Medora Marracino, originaria di Vastogirardi, simboleggia quello delle tante donne che, durante le guerre, mettendo a repentaglio la propria incolumità, si sono prodigate per salvare vite umane e che resteranno tuttavia per sempre nell’anonimato.

Ci sono poi personalità che escono fuori dai soliti cliché, come le brigantesse Marta Cecchino e Maria Luisa Ruscitti, Maria Giantommaso e Filomena Ciccaglione; o come la “badessa” di una seguita congrega sessuale nella Napoli viceregnale del 1600, la sepinese Giulia De Marco; o come la direttrice del campo di internamento di Vinchiaturo, Caterina Martino.

A fare da contraltare a queste outsider non mancano le benefattrici, come la gentildonna Donatina Caradonio o la contessa Marianna de Capoa, o come le due veggenti di Castelpetroso.
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